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04/03/2016

Menaechmi "Due gemelli lucani" Matera

immagine rappresentativa della notizia

 

Compagnia Senzateatro in

 

Menaechmi

“Due gemelli Lucani”

 

Questo adattamento dell’opera di Plauto, nasce da attori che sentono il bisogno di aprire i loro palchi nelle piazze, nei mercati, nelle strade, dove si può radunare una comunità di persone. Riunita per motivi quotidiani come: fare la spesa, passeggiare, incontrarsi, così come avveniva ai tempi della nascita della commedia dell’arte.

Un teatro dove la parola prende vita in un sistema performativo di “maschere, di musica e di azione scenica”. La scenografia, volutamente scarna, “un tavolaccio ed un fondale dipinto”, alzerà il suo sipario il giorno della rappresentazione, al pubblico che vuole riconoscersi in una storia che, per quanto strampalata, macchinosa ed improbabile, rimane pur sempre una storia vera, dove l’equivoco, darà clamore alla voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque banale intellettualismo. In un divertente “gioco del doppio”che in realtà, cela, sempre, qualcosa di più profondo..

Uno spettacolo dove il testo di Plauto torna ad essere teatro vero, che non perde mai di vista le coordinate fondamentali  della commedia dell’arte collocando lo stesso, in un luogo della comicità perennemente attuale, perché indifferente alle occasioni della modernità.

 

 

LA TRAMA:

 

Mosco, un mercante di Metaponto sposato a Pinzia, aveva avuto due gemelli, Menecmo e Sosicle. Partito per un viaggio d’affari con il primo dei due, lo smarrisce al mercato di Paestum. Per la disperazione ritornato a Metaponto ribattezza il secondo genito con il nome di Menecmo. Il primo Menecmo, fattosi adulto dopo aver vissuto per anni a Capua, si muove alla ricerca della famiglia e giunge a Metaponto. In questa città dai facili costumi, lussuriosa e decadente, vive il secondo gemello, il quale benché sposato, si abbandona ad ogni forma di dissolutezza, potendo godere dei favori di una sgualdrina sua dirimpettaia.

La presenza del primo gemello, darà luogo, ad una serie di equivoci e di errori in cui la comicità esploderà in maniera prorompente in tutte le scene dello scambio fra i due fratelli. Solo l’incontro finale forse…..porrà fine ai qui pro quo.

 

In scena

 

Menecmo I e II                                               Francesco Evangelista

Messenio    servo di Menecmo II                   Generoso Di Lucca

Spazzola     servo di Menecmo I                    Domenico Epifania

Erozia         amante dei Menecmi                   Marianna Regina

Doridippe  moglie di Menecmo I                   Maria Ribaudo

Coco Iutono  cuoco di Erozia                         Diomira Sassi

Mosco padre dei Menecmi                             Giuseppe Petrone

Fisicle   ancella  di Erozia                              Silvana Labattaglia

Fosicle  ancella   di Erozia                             Annarita Ventura

 

Musiche e audio   Davide Di Prima                     

Scene e Luci Adriano Nubile

Scenotecnico Antonio Evangelista            

Organizzazione delle Quinte   Simona Iacovazzi

Costumi  Monica Fiorito Sartoria Artinà

 

Fondale di scena: riproduzione del quadro 
di Hubert Robert (Parigi 1733 –1808)
 Rovine antiche Olio su tela, cm 98 x 135,6. 
Su concessione del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo – Polo Museale dell’Emilia Romagna